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Quando occorre cambiare una regola

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Cronaca

Una legge contro lo spreco alimentare, una legge a favore della solidarietà

 

di Graziano Consiglieri

Mancano ancora alcuni decreti attuativi, che il Ministero della Sanità deve emettere, ma la legge contro lo spreco alimentare è già effettiva, al punto che in molte situazioni è già utilizzata. Grazie a questa legge, tutti i soggetti impegnati nella filiera alimentare potranno, in modo semplificato e spesso anche economicamente conveniente, donare le loro eccedenze a quegli enti pubblici e privati che perseguono finalità civiche e solidaristiche senza scopo di lucro.

La firmataria principale di uno dei testi che hanno poi portato alla stesura definitiva della legge n. 166 del 19 agosto 2016 è la senatrice Laura Puppato, la quale, in una serie di incontri pubblici organizzati in diverse parti d’Italia, ha presentato i dati essenziali e gli enormi vantaggi che possono derivare per tutti da una limitazione degli sprechi alimentari e da una ragionata regolamentazione del loro utilizzo.

“Innanzitutto – afferma la senatrice Puppato – questa legge rappresenta una semplificazione e regolazione di quanto alcuni stavano già facendo. Si tratta però soprattutto dell’apertura di veri e propri mondi nuovi, visto che i soggetti che possono usufruirne sono sia i produttori (siano essi a carattere industriale, artigianale o agricolo), sia i soggetti della filiera. La portata è enorme, considerato che, ad esempio, sulla terra restano oltre due milioni di tonnellate di prodotti agricoli che non verranno mai consumati. Il terzo aspetto positivo è rappresentato dal fatto che questa è anche una conseguenza diretta del manifesto ambientale siglato all’Expo di Milano da circa 150 Paesi: un protocollo sul cibo e sui temi ambientali e della sostenibilità, indispensabile nella situazione attuale”.

E proprio lo stato attuale della nutrizione nel pianeta dice che la fame nel mondo riguarda 870 milioni di persone e che, secondo i dati diffusi dall’Onu alcuni mesi fa, nei tre Paesi più colpiti, ossia Somalia, Sud Sudan e Yemen, complessivamente 20 milioni si individui sono a rischio di morte.

A ciò si aggiunga che sono circa 250 i milioni di profughi ambientali che per siccità, carestia e alluvioni potrebbero essere costretti a breve a fuggire dal Sud del mondo. Sono dati che fanno comprendere quanto sia fondamentale utilizzare risorse alimentari altrimenti sprecate.

“Un altro fine importante della legge – afferma ancora la senatrice Puppato – è rappresentato dalla sostenibilità agricola. La Terra è sfruttata ben oltre le sue capacità produttive, oltretutto con consumo di acqua, emissioni di gas e uso di pesticidi, per prodotti che poi non vengono consumati. Ciò che serve è un diverso consumo della produzione alimentare, da parte di persone che non siano consumatori, ma cittadini responsabili che vogliono essere vivi in un mondo sano”.

Nell’Unione Europea non esiste un regolamento in materia, ed è proprio l’Italia in questo caso, il Paese capofila. Alla stesura del disegno di legge hanno partecipato anche le associazioni.

“Uno dei principali fini – sostiene Laura Puppato – era anche la volontà di attivarsi senza dover escogitare qualcosa, evitando così anche conseguenze legali. Lo spreco riguarda infatti anche i medicinali; un aspetto delicato che però può permettere di utilizzare i farmaci in soprannumero e quelli prossimi alla data di scadenza. In ogni caso, è tutta la legge ad avere una serie di beneficiari, a cominciare dai “mondi” per i quali la possibilità di donare era finora esclusa. La legge prevede opportunità fiscali: essendo il dono un valore, si permetterà di scaricare la produzione donata dai registri di carico. Oltretutto, il fatto stesso di donare già di per se comporta alle aziende anche dei costi ulteriori, che saranno detraibili. Inoltre, la possibilità costituisce un risparmio economico anche per l’azienda, perché l’alternativa dello smaltimento costa e genera rifiuti, con ulteriori spese anche per la collettività. Gli stessi Comuni potranno prevedere una tassazione ridotta sui rifiuti. Crediti di imposta sono destinati al finanziamento di progetti innovativi per limitare gli sprechi – per esempio per acquistare i macchinari per la vendita di prodotti sfusi – per riutilizzare le eccedenze e promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili. Altrettanto verrà destinato alla promozione dell’utilizzo delle cosiddette “doggy bags” dei ristoranti per portarsi a casa gli avanzi”.

Al di là dell’economia, quindi, ciò che è da sottolineare è l’aspetto umanitario dell’iniziativa.

“Come tutte le leggi, anche questa è migliorabile – conclude la senatrice Puppato – ma è un passo importante per essere operativi nella solidarietà, è un segno importante nella lotta all’indifferenza in un mondo in cui, ogni anno, 29 milioni di persone muoiono di fame e 36 milioni invece per disturbi dovuti all’obesità; in cui finiscono in totale nelle discariche 1,3 miliardi di tonnellate di cibo che potrebbero nutrire quattro volte gli affamati attuali, senza contare i 520 milioni di metri cubi di acqua che vanno a loro volta sprecati. Una legislazione che, oltretutto, può finire per limitare anche i reati ambientali, i più frequenti in uso alle mafie”.